Fotoromanzi d’archivio

a cura di Margherita Pisano

Quando ci si ritrova a guardare una qualunque pellicola di cinema amatoriale, specialmente quelle dell’archivio Homeless dalle provenienze più disparate, e dagli autori non noti, ci si immerge spesso in frammenti di vite lontane, spazialmente e temporalmente, di persone sconosciute. Sono spesso alcuni frame eccezionalmente suggestivi, a catturare la nostra attenzione e a scatenare l’immaginazione, a fissarsi nella nostra memoria e a farci costruire una storia immaginaria che intreccia i personaggi e i luoghi impressi nelle pellicole. Il frame è un’istantanea del filmato, così come il filmato amatoriale è un’istantanea di una vita, di una vacanza, di un particolare momento. Cosa succederebbe se prima ancora di vedere l’intero filmato partissimo, nell’esplorazione dell’archivio, dalla visione di alcune istantanee, di alcuni quadri estrapolati dal flusso filmico senza vedere l’intero filmato? Cosa succederebbe se a partire da queste immagini costruissimo una possibile storia? E se questa storia venisse fissata su carta? A partire da queste domande, e dalla volontà di esplorare possibili forme di riutilizzo delle immagini d’archivio, nasce l’idea di Fotoromanzi d’archivio, convocando alcune autrici e autori a sceneggiare una storia a partire da una selezione di frame limitata.

Il primo della serie Fotoromanzi d’archivio é stato pubblicato nel numero 28 – 2024 della rivista Erbafoglio:

La luce appare dove non splende il sole, di Matteo Incollu